Un buon modo per interagire con possibili collaboratori molto qualificati è quello di individuare i professionisti di riferimento della propria nicchia e iniziare delle conversazioni. Parliamo di questo oggi per il breve viaggio attorno al mondo delle relazioni che vi sto proponendo.
Potreste iniziare dagli elenchi dei vostri professionisti di riferimento. Poi cercate di sapere tutto di loro e quindi provare a stabilire un dialogo sulla base di ciò che sta loro a cuore. Cercate di conoscere bene uno o due argomenti e incuriosite i vostri interlocutori. Loro ameranno sentir parlare dei loro interessi e vi dovrebbero dar retta da subito, se sapete farlo in modo amabile e disinteressato.
L’obiettivo, infatti, non è metterli all’angolo, sotto torchio, per cercare di ottenere chissà cosa. Una volta ero alla scrivania di un cardinale il cui cellulare squillava ogni cinque minuti per una chiamata sempre dalla stessa persona che insisteva a proporgli un progetto. L’aria del prelato era molto seccata. Ecco una cosa proprio da non fare. Dovete, invece, fornire informazioni e conoscenze che la persona con cui interagite ignora o conosce poco. Per quanto il vostro contatto possa essere un asso nel suo campo, il più esperto di tutti, ci sarà sempre una sfumatura, un aspetto che conosce di meno. Cercate, con tatto, di scoprire qual è.
Se proprio non trovate nulla elaborate voi stessi qualche nuovo argomento. Proponetelo e verificate che feedback ricevete. Non scoraggiatevi se non ne ricevete o se è negativo. Potete imparare qualcosa anche da queste risposte. Per esempio una volta ho visto un venditore di riviste, libri e enciclopedie tentare di vendere un corso di pittura per dilettanti ad un pittore professionista che cinque minuti prima gli aveva detto che mestiere faceva. Il venditore ha fatto due più due ed è partito con la sua proposta. Magari se avesse avanzato una o due domande in più avrebbe evitato la figuraccia. Ma c’è dell’altro. Tentare di vendere qualcosa dopo pochissimi minuti, con scarse o addirittura senza informazioni e soprattutto senza intessere una conversazione, che dobbiamo padroneggiare, è l’errore più grande che un venditore può commettere.
I clienti oggi non vogliono attorno gente che cerca di appioppare loro qualunque cosa. Sono molto informati, competenti ed esigenti. Una ragione in più per coltivare quegli stessi interessi che i nostri interlocutori amano. Questo vale ancor di più se vogliamo avere a che fare con grandi esperti. Ecco cosa faceva Theodore Roosvelt, secondo quanto ci racconta Dale Carnegie in Come trattare gli altri e farseli amici
Tutti coloro che sono stati ospiti di Theodore Roosvelt hanno avuto modo di stupirsi per l’enciclopedica cultura del presidente. Che il suo visitatore fosse un cow-boy, un politicante di New York o un diplomatico, Roosevelt sapeva che cosa dire. E come faceva? La risposta è semplice. Se attendeva un ospite, stava sveglio fino a tardi, la sera prima, per leggersi l’essenziale su un soggetto che sapeva sarebbe stato gradito al suo visitatore.