Prima di iniziare la trattazione sugli ETF, vogliamo sottolineare che l’argomento verrà affrontato da diversi punti di vista e suddiviso in differenti sezioni, così da permettervi di consultare facilmente la parte che più vi interessa.
Ma se d’altra parte per voi questa è la prima volta che sentite parlare di ETF, o se ancora sentite la necessità di acquisire maggiori informazioni, vi consigliamo vivamente di prendere visione di tutte le parti di questa guida.
Cominciamo subito con il definire lo strumento finanziario: ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, e constiste in una particolare tipologia di Fondi di investimento, autorizzati dalla Banca d’Italia e dalla Consob, che si differenziano dalle SICAV e dai Fondi comuni di Investimento per alcune caratteristiche.
Gli ETF sono nati negli USA nel gennaio 1993 con lo “Standard & Poor’s Depositary Receipts (SPDRs)” che replica l’indice S&P 500, mentre solo nel mese di settembre 2002 sono sbarcati in Italia.
– Le SICAV sono delle società di investimento a capitale variabile autorizzate e regolamentate in Italia, introdotte nell’ordimento italiano con il D.Lgs. n.84 del 1992; vengono create al solo scopo di raccogliere, tramite offerta pubblica di azioni, capitale da investire collettivamente.
– I Fondi comuni di investimento, istituiti in Italia con la Legge n° 77 del 1983, sono, al pari delle SICAV, degli organismi di raccolta di risparmio privato. I risparmiatori affidano la gestione del denaro a società di intermediazione autorizzate, appositamente create per raccogliere ed investire collettivamente, diversificando sul mercato mobiliare, il denaro raccolto.
Gli ETF sono parzialmente equiparabili ai Fondi Comuni di Investimento, ma si differenziano dalle SICAV per il fatto che il patrimonio degli ETF (così come quello dei fondi comuni di investimento) è completamente autonomo e separato da quello della società che ne gestisce il fondo.
Questo ne determina una notevole sicurezza, soprattutto rispetto ad altri investimenti, se la società che gestisce il fondo fallisce, ciò non intacca il patrimonio dell’ETF, di conseguenza l’investitore rimane tutelato.
Gli ETF, negoziati in borsa dal 2002, hanno ottenuto un enorme successo tra gli investitori e speculatori, forte non solo del basso rischio, ma anche del fatto che gli stessi si caratterizzano per le basse commissioni di gestione, in genere inferiori ad un punto percentuale, di conseguenza decisamente appetibili, anche se, proprio perché banche ed intermediari non possono applicare commissioni elevate, sono poco pubblicizzati.
Gli ETF si caratterizzano per una gestione passiva e per l’essere quotati in borsa come fossero azioni o obbligazioni.
Il loro unico scopo consiste nel replicare il valore di indici obbligazionari, azionari o di materie prime, e di conseguenza riprodurre gli eventuali rendimenti.
Gestione passiva significa infatti che il rendimento dipende dall’andamento dell’indice di riferimento e non dall’ abilità del gestore. Il portafoglio viene amministrato replicando semplicemente un indice di riferimento, così se ne ottiene la stessa performance.
Gli ETF si distinguono in ETF a distribuzione che pagano dividendi, ed ETF ad accumulazione che reinvestono i dividendi prodotti.
Meglio gli ETF o i CFD sugli ETF?
Se la vostra propensione all’investimento si limita ad affidare ad un intermediario il compito di gestire il vostro denaro, dovete decisamente optare per gli ETF o per gli ETF strutturati che tra l’altro offrono una gestione strutturata, cioè mettono in pratica strategie di diversificazione.
Potete investire sugli ETF contattando la vostra banca oppure il vostro consulente di fiducia
Se invece nel vostro sangue scorre una maggiore propensione alla gestione, al controllo totale del capitale investito, all’assunzione di rischi, alla speculazione finanziaria, ed alla ricerca di profitti più elevati, potete propendere per i CFD sugli ETF utilizzando uno dei broker online Autorizzati e regolamentati dall’Autorità della Condotta Finanziaria.
Cosa sono i CFD
I CFD, relativamente a cui è possibile vedere anche questa guida su Dizionarioeconoico.com, detti anche contratti per differenza, sono degli strumenti derivati che replicano il valore di un sottostante, cioè di un bene come azioni, obbligazioni, forex, indici, materie prime, e consentono quindi di ottenere, anche grazie alla leva finanziaria, notevoli rendimenti dalla speculazione degli stessi. In questa sezione dedicata agli ETF non ci dilunghiamo troppo sui CFD, per maggiori informazioni sull’argomento vi invitiamo a leggere la guida sui CFD.
I vantaggi di Speculare con i CFD sugli ETF
Il vantaggio di speculare con i CFD sugli ETF è chiaro, ottenere elevati profitti su uno strumento che invece garantisce rendimenti discreti a basso rischio.
ETF strutturati: Leveraged ETF, ETF allo scoperto, ETF protective put
Alcune banche, broker ed intermediari finanziari, offrono la possibilità di negoziare ETF innovativi (chiamati anche ETF Strutturati), che non si limitano a replicare i rendimenti, ma che consentono di attuare strategie difensive o speculative. Stiamo parlando degli ETF allo scoperto o short selling, dove è possibile scommettere sui ribassi dell’indice assumendo posizioni ribassiste, dei leveraged ETF, dove è possibile scommettere con l’effetto leva, o degli ETF protective put, utili per adottare strategie per difendersi da eccessivi ribassi.
Gli ETP (Exchange Traded Products)
Qualcuno avrà sentito parlare di ETP o di ETF indistintamente, ciò può creare confusione, quindi vediamo di chiarire.
Quando si parla di ETP (Exchange Traded Products) ci si riferisce agli strumenti finanziari ad indice quotati, quali appunto gli ETF (Exchange Traded Funds), ma anche agli ETN (Exchange Traded Notes) e agli ETC (Exchange Traded Commodities). In breve, ETP è un termine per raggruppare Gli ETF, gli ETN e gli ETC.
Abbiamo già descritto gli ETF, quindi non ci resta che parlare degli ETN e degli ETC.
Gli ETC e gli ETN sono degli strumenti finanziari derivati cartolarizzati.
Exchange Traded Commodities
Si tratta di strumenti finanziari che replicano passivamente l’andamento di materie prime fisiche oppure di contratti derivati su materie prime. Il loro valore è quindi strattamente legato all’andamento del sottostante. Gli ETC consentono di negoziare anche singole materie prime come oro, petrolio, argento ecc ecc, a differenza degli ETF, dove l’investimento deve essere per regolamentazione diversificato.
Exchange Traded Notes
Come per gli ETC si tratta di strumenti finanziari derivati, ma in questo caso replicano passivamente l’andamento di indici differenti dalle materie prime, come ad esempio indici obbligazionari, indici di valute o indici azionari.
Gli ETC si differenziano dunque dagli ETN per il sottostante, nel primo caso è una materia prima, mentre nel secondo caso tutti gli altri.
Perché investire in ETF Strutturati?
A differenza dei normali ETF, gli ETF strutturati consentono di adottare strategie protettive o strategie speculative.
Gli ETF strutturati consentono
Di coniugare i benefici derivanti da un investimento tipico in ETF (risparmio gestito passivamente), ma anche di adottare una gestione dinamica, potendo ad esempio avvalersi delle leva per moltiplicare i profitti.
Vendere allo scoperto (short selling) adottando strategie di investimento più complesse, senza necessariamente possedere il sottostante, e quindi cercando di ottenere un profitto dal ribasso dell’indice.