Cosa Sono le SIM

Sim è uno dei pochi acronimi presenti nel dizionario italiano della finanza, sta per società di intermediazione mobiliare. Il nome dice l’attività, ma non cosa fanno queste società.

Che cos’è infatti l’intermediazione mobiliare? É la stessa legge istitutiva delle Sim, la legge n. 1 del 2 gennaio 1991, successivamente assorbita con modificazioni nel Testo Unico dell’intermediazione finanziaria del 1998, a fornire gli
opportuni chiarimenti. Le Sim possono compiere una serie di attività finanziarie (definite servizi di investimento) che,
prima della loro istituzione, venivano svolte da soggetti diversi.
Possono negoziare strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli diversi, prodotti derivati), per conto proprio o dei
propri clienti. Tale attività una volta era appannaggio degli agenti di cambio, la cui figura, pur non essendo stata formalmente abolita, va col tempo scomparendo (l’iscrizione all’apposito albo è stata infatti chiusa con l’entrata in vigore
della legge).

Le Sim possono collocare e distribuire presso il pubblico strumenti finanziari per conto dell’emittente. Quest’attività una
volta era di esclusiva pertinenza dei consorzi bancari.
Gestiscono patrimoni privati: per conto del cliente individuale cioè, investono e disinvestono in strumenti finanziari il
patrimonio dato in gestione; attività quest’ultima, propria delle società fiduciarie.
Possono inoltre raccogliere ordini di compravendita di strumenti finanziari, attività una volta svolta soprattutto dalle
banche.

Le Sim offrono servizi di investimento, salvo talune eccezioni, in concorrenza con le banche e con le imprese di investimento estere. Sono sottoposte alla vigilanza della Banca d’Italia e della Consob.

Quanto Costa un Conto Corrente

Una domanda molto comune che ci vine rivolta è quella relativa al costo dei conti correnti. Sul mercato infatti esistono decine e decine di conti correnti, generalmente 1 per ogni banca presente sul nostro territorio, suddiviso spesso in altre sottocategorie o tipologie differenti. Per la complessità dell’offerta quindi spesso di rimane disorientati e non si riesce mai a capire con estrema semplicità quali sono i costi di un conto corrente e quali sono le sue caratteristiche principali.

Pensate per esempio che tantissimi conti ancora fanno pagare delle commissioni per prelievi bancomat a sportelli differenti dai propri!

Per aiutare i nostri lettori a capire qual’è l’andamento dei costi dei nostri conti correnti, riportiamo un estratto dell’analisi di Banca d’Italia sui conti correnti.

Nell’anno la spesa media per la gestione di un conto corrente è stata di 103,8 euro, 4,1 euro in meno rispetto all’anno precedente e 6,7 in meno rispetto all’anno precedente.
In particolare, si sono ridotti gli oneri fissi, tra cui i canoni, e quelli corrisposti in caso di affidamenti e di scoperti di conto; vi è stata anche una contrazione del numero di operazioni effettuate. Per contro, invece, si è osservato un aumento delle commissioni, principalmente per le operazioni effettuate allo sportello.

Le spese variabili – che rappresentano quasi un terzo del totale – sono cresciute di 1,3 euro, in particolare nelle componenti delle “altre spese variabili” (che includono, tra l’altro, le commissioni per pagamento di imposte e tasse, emissione assegni, versamenti in ogni forma, richieste di elenco movimenti) e del costo medio dei bonifici. Si sono invece ridotte le spese per prelievi presso ATM, le spese di scrittura e quelle per i servizi automatici e continuativi di pagamento. La crescita delle commissioni unitarie ha comportato un aumento del costo medio per operazione da 1,5 a 1,8 euro.
L’ammontare delle spese fisse spiega gran parte della variabilità nei livelli dei costi osservata tra i correntisti; in particolare, sono maggiormente onerosi i conti aperti da diversi anni e raramente rinegoziati.

Ma se davvero volete risparmiare qualcosa sui costi dei conti correnti, beh, quello che vi suggeriamo è di cercare qualche offerta direttamente online e aprire un conto su internet! Infatti nel 70% dei casi i conti correnti online sono meno costosi dei classici in quanto le operazioni allo sportello vengono ridotte e le banche quindi possono impiegar i proprio dipendenti in attività più redditizie. Se però invece avete bisogno di operare continuamente con la banca, beh forse è il conto classico che fa al caso vostro!

Come Scegliere il Mutuo per la Casa

Prima di tutto, da valutare non è solo il costo principale, bensì tutti i costi nel loro complesso. Spesso, ad esempio, il tasso di interesse è uno specchietto per le allodole: dietro un tasso allettante per qualche mese si può nascondere un mutuo con un tasso effettivo molto elevato.

La banca migliore da scegliere non è quella dove siete già cliente, ma quella che ha bisogno di fare budget e sta spingendo in questo momento sull’acquisizione di nuovi clienti. Come si fa a scoprirlo? Innanzitutto dalla relazione che posso instaurare con chi decide.
Mai andare a parlare a chi non ha potere di decisione. Anche se vi dicono che è il computer che “decide” alla fine c’è sempre qualcuno che ci mette la firma e delibera il mutuo.Come scegliere il mutuo giusto per comprare casa

Analizzate sui siti internet le comparazioni del mutui delle varie banche. Spesso, le banche che non hanno sportelli ma sono online forniscono costi migliori rispetto alle banche con sportelli: questo perché non ci sono affitti da pagare e stipendi da erogare a tanti dipendenti, si fa tutto online. Lo svantaggio è che il sistema di valutazione della pratica diventa molto rigido e se non si rientra nei loro parametri è molto difficile che venire accettati.

La stessa banca può essere ottima per il mutuo e pessima per un finanziamento sull’auto e viceversa. Vi ripetiamo che la banca migliore è quella che deve fare budget su quel prodotto ed è disponibile ad offrire condizioni migliori.
Quindi, per scegliere il mutuo giusto non limitatevi a cercare solo nella vostra banca. Girate prima online o poi fisicamente e fate raffronti. Qui il detto che chi più spende meno spende non funziona. I denari della banca X sono uguali a quelli della banca Y.

Mutuo a tasso variabile o mutuo a tasso fisso? Beh qui si apre una diatriba tra chi ha paura delle oscillazioni del mutuo e chi invece no. La mia personale opinione è guardare la differenza di tasso tra il fisso e il variabile in questo momento.
Un esempio: se il tasso fisso è al 5% e quello variabile al 3% sicuramente la mia scelta personale va sul tasso variabile perché è nei primi 2/3 anni che paghiamo i maggiori interessi. Quindi, meglio pagare poco oggi che forse di più un domani. Se invece la differenza è molto poca (meno dell’1%) e ho uno stipendio fisso, allora è meglio il tasso fisso.

Se siete un ottimo cliente per un mutuo (ovvero che mette circa il 50% del prezzo di acquisto con i propri soldi) allora pretendete condizioni migliori. Le banche sono alla ricerca spasmodica di questi tipologie di clienti. Se invece rientrate nella fascia dei clienti più a rischio, ovvero richiedete un mutuo finanziato all’80% od oltre del valore di acquisto, rivolgetevi ad un broker di mutui in modo che possa trovarvi la banca desiderosa di fare budget e alla ricerca di queste opportunità. Molte banche offrono anche il tasso variabile con il cosiddetto CAP, ovvero un tetto sul massimo del tasso a cui si può arrivare. State attenti al costo di questa copertura che di solito è molto alto.

Cercare un mutuo è materia delicata, richiede una comparazione delle proposte sul mercato e accorgimenti per non perdere tempo, individuando la banca giusta per le vostre esigenze. L’importante è non procedere a caso, ma avere le informazioni tecniche giuste per arrivare al miglior risultato.

Quali Sono le Caratteristiche di una Cambiale

Un altro valido strumento, ampliamento utilizzato in ambito commerciale, è rappresentato dalla cambiale tratta e dal vaglia cambiario, in particolare quando si contrae un prestito a cambiali. La prima si caratterizza per la presenza del traente, del trattario e del prenditore; con quest’ ultimo che viene pagato dal trattario a cui viene “ordinato” il pagamento.

Invece nel vaglia cambiario abbiamo la presenza dell’emittente, che è il debitore, e del prenditore, il creditore che riceve il pagamento indicato. Il prenditore, il cui nominativo è solitamente indicato sul titolo, può girare il vaglia cambiario ad un terzo.

Uno dei principali problemi che possono riscontrarsi in tale settore è rappresentato dalla validità della cambiale che, ai sensi di legge, deve presentare tutta una serie di requisiti necessari che le permettano di essere valida (la parola “cambiale”; la firma del traente o dell’emittente; l’ ordine di pagare una somma determinata; l’indicazione del trattario; la scadenza; il luogo del pagamento; il nominativo del trattario; data e luogo di emissione e sottoscrizione del traente o dell’ emittente).

Oltre a ciò, molte criticità sono legate all’ avallo, con cui viene garantito il pagamento della cambiale per tutta o parte della somma, perché deve rispettare delle adeguate formalità.

Come Diventare uno Scrittore

La comunicazione, in qualunque forma essa sia, non è mai facile. Se gli esseri umani fossero così evoluti da riuscire a comunicare in maniera ottimale, oltre la metà dei problemi che affliggono l’umanità intera, potrebbero esssere risolti. Ci avete mai pensato? Perchè comunicare, esternare le proprie emozioni, i propri pensieri, cercare di comunicare a chi si desidera quello che davvero vogliamo venga percepito, non è semplice. Non è affatto facile comunicare, anche se, ed in questo possiamo essere aiutati, ci sono molteplici modi per farlo. Attraverso, il canto, la musica, il gesto, la danza, la rappresentazione. La scrittura è un ottimo metodo per comunicare. Il giornalismo è una delle evoluzioni possibili della scrittura, in questa guida parleremo della storia del giornalismo e di come diventare giornalista, passo dopo passo.

A partire dai reperti trovati appartenenti all’era preistorica, attraverso i geroglifici, quando ancora l’uomo non conosceva l’alfabeto, non quello attuale almeno, già sentiva il bisogno di comunicare. Ed ha comunicato, se noi oggi siamo in grado di risalire alla storia più antica attraverso i segni che ci hanno lasciato coloro che ci hanno preceduto, migliaia e migliaia di anni or sono. Scrivere sostanzialmente significa cercare di rendere leggibile su carta un concetto, un’idea, attraverso segni, quali le lettere dell’alfabeto ad esempio.
La scrittura ha accompagnato l’uomo sin dalla sua nascita e ne ha seguito la naturale evoluzione, sia fisica che intellettuale. Scrivere è un’esigenza sociale, commerciale, umana, ed è una forma di democrazia oltretutto. La parola è ad oggi il modo che eccelle nel nostro esprimerci, per rapidità di comunicazione, per semplicità di intervento, ed unendo la parola ai gesti siamo in grado di comunicare in modo anche più rapido che con lo scrivere. Ma scrivere ha una suo fascino, richiede abilità, fantasia, creatività, sintesi, inventiva.
Le popolazioni nel corso degli anni hanno sviluppato diversi alfabeti, ed attraverso questi si è reso possibile far evolvere la scrittura quale ottimo metodo di comunicazione tra i popoli. La scrittura è in grado di evocare immagini, suoni, profumi, eventi, anche quando questi nascono dalla sola fantasia di chi scrive. Da millenni l’uomo si diletta con la scrittura, dapprima iniziando con disegni, una forma di espressione realizzata attraverso delle figure, che potevano significare oggetti o parole. Antichi geroglifici egizi iniziavano a contemplare un loro alfabeto, nato sicuramente anche per rendere possibile comunicare con altri popoli e civiltà differenti.
L’alfabeto cirillico, quello latino, runico, ebraico… Alfabeti creati dall’uomo per riuscire ad esprimersi al meglio, civiltà diverse ed alfabeti diversi. E’ un viaggio molto interessante quello che è possibile intraprendere studiando le origini dell’alfabeto, che arrivano davvero dalla notte dei tempi. Attraverso la scrittura l’uomo è in grado non solo di acquisire sapere, leggendo ciò che è stato scritto, ma crearne di nuovo per permettere ad altri di apprendere nuove nozioni. Ciò che viene scritto, può essere donato a chi verrà dopo di noi, come da sempre accade. Scrivere significa lasciare qualcosa di noi, affermare, comunicare il proprio senso di appartenenza a chi verrà dopo. Noi siamo stati, siamo vissuti, questo vi lasciamo…questo vi scriviamo.

Le caratteristiche della scrittura soggettiva, derivano da molteplici aspetti: il proprio grado di istruzione, l’educazione ricevuta, il carattere della persona che scrive, la sua psicologia. Sono solo alcuni aspetti che regolano il nostro modo di scrivere. La fantasia ed un pizzico di ironia forse giocano in nostro favore, anche quando si scrive di argomenti piuttosto complessi: potremmo renderli meno pesanti.
In base anche a ciò che scriviamo, o che dobbiamo scrivere, possiamo far assumere caratteristiche differenti al nostro modo di comunicare: perchè questo facciamo quando scriviamo, comunichiamo. Da un articolo giornalistico, ad una recensione invece che un romanzo od una poesia: è necessario dare a chi legge le giuste motivazioni perchè continui a leggere ciò che abbiamo scritto.
Semplificando, non dobbiamo annoiare, al contrario, incuriosire ed interessare il lettore che si accinge a prendere visione del lavoro dello scrittore. E non è una cosa facile, su questo non vi è ombra di dubbio. Anche perchè il grado di istruzione ed il bagaglio di sapere di chi scrive non è affatto detto che possa coincidere con quello di chi legge, in favore di uno o dell’altro. Quindi è importante conoscere chi è il potenziale lettore del nostro testo scritto, di conseguenza cercare di essere convincenti. Senza giochetti strani o sleali: meglio non piacere come scrittori avendo scritto qualcosa con passione, piuttosto che risultare gradevoli essendo però consapevoli di avere ingannato il lettore.
In taluni casi in termini economici ovviamente questo può tornare utile, non di discute. Ma la caratteristica che andiamo ad imprimere in quello che scriviamo, è parte di noi, forse anche quando non ne siamo del tutto consapevoli. Scrivendo sveliamo parte di noi, che lo si voglia o no, e questo al lettore più attento non sfugge affatto.
Quale debba essere la migliore forma di scrittura equivale a chiedere quale possa essere l’esatta previsione della prossima estrazione del lotto, tanto per dirne una. Le caratteristiche della scrittura possono rivelarsi diametralmente opposte se scriviamo una poesia invece che una domanda di lavoro, ovvio. Ma non altrettanto ovvio che in entrambi i casi dobbiamo essere convincenti, mettiamo in gioco noi stessi in ambedue le situazioni. La caratteristica della nostra scrittura è lo specchio della nostra personalità. Per ingannare occorre essere troppo bravi, e non forse non ne vale nemmeno la pena.

Senza volere entrare nel merito dell’alfabeto cirillico piuttosto che in quello latino od altro ancora, che è consono e pertinente ad ogni popolazione cui si appartenga, la tipologia della scrittura credo debba meritare due righe a proposito del concetto e della forma espressiva che si intendono utilizzare.
Se si accingiamo a scrivere un romanzo noir, la forma dovrà risutare più tagliente che in un testo di narrativa od in una lettera che intendiamo spedire ad un conoscente piuttosto che a qualcuno cui vogliamo bene. Cambiamo i toni, ma noi siamo sempre gli stessi, non possiamo nasconderci dietro la scrittura, anche se qualcuno crede di poterlo fare.
Qualcuno da ingannare lo si trova sempre, e qualcuno di più intelligente di noi anche. Il concetto che intendiamo esprimere deve risultare la parte focale del testo. Ci possiamo poi ricamare intorno per così dire, arricchire il testo con maggiori contenuti, al fine unico di rendere il concetto stesso più comprensibile ed il meno fuorviante possibile.
Meglio scrivere in modo semplice, senza voler stupire a tutti i costi, piuttosto che utilizzare vocaboli altisonanti solo per fare colpo su chi legge. Cuore e tecnica in giusta misura. Fosse facile, vero?! No, non lo è affatto, lo sappiamo bene. Ma leggendo molto possiamo imparare molto su come scrivere meglio. E non si rende nemmeno necessario copiare. Acquisire quotidianamente un pizzico di sapere da inserire nel nostro bagaglio culturale, può dare vita prima o poi ad una tipologia di scrittura che potrà stupire anche noi stessi.
Leggere stimola la fantasia, e spinge verso la riflessione. Ogni riflessione crea un concetto su di un argomento invece che su di un altro. Il nostro concetto sviluppato è la tipologia giusta. Non dobbiamo avere timore di esporci o di sbagliare: stiamo comunque cercando di comunicare. E allora scriviamo.

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