La comunicazione, in qualunque forma essa sia, non è mai facile. Se gli esseri umani fossero così evoluti da riuscire a comunicare in maniera ottimale, oltre la metà dei problemi che affliggono l’umanità intera, potrebbero esssere risolti. Ci avete mai pensato? Perchè comunicare, esternare le proprie emozioni, i propri pensieri, cercare di comunicare a chi si desidera quello che davvero vogliamo venga percepito, non è semplice. Non è affatto facile comunicare, anche se, ed in questo possiamo essere aiutati, ci sono molteplici modi per farlo. Attraverso, il canto, la musica, il gesto, la danza, la rappresentazione. La scrittura è un ottimo metodo per comunicare. Il giornalismo è una delle evoluzioni possibili della scrittura, in questa guida parleremo della storia del giornalismo e di come diventare giornalista, passo dopo passo.
A partire dai reperti trovati appartenenti all’era preistorica, attraverso i geroglifici, quando ancora l’uomo non conosceva l’alfabeto, non quello attuale almeno, già sentiva il bisogno di comunicare. Ed ha comunicato, se noi oggi siamo in grado di risalire alla storia più antica attraverso i segni che ci hanno lasciato coloro che ci hanno preceduto, migliaia e migliaia di anni or sono. Scrivere sostanzialmente significa cercare di rendere leggibile su carta un concetto, un’idea, attraverso segni, quali le lettere dell’alfabeto ad esempio.
La scrittura ha accompagnato l’uomo sin dalla sua nascita e ne ha seguito la naturale evoluzione, sia fisica che intellettuale. Scrivere è un’esigenza sociale, commerciale, umana, ed è una forma di democrazia oltretutto. La parola è ad oggi il modo che eccelle nel nostro esprimerci, per rapidità di comunicazione, per semplicità di intervento, ed unendo la parola ai gesti siamo in grado di comunicare in modo anche più rapido che con lo scrivere. Ma scrivere ha una suo fascino, richiede abilità, fantasia, creatività, sintesi, inventiva.
Le popolazioni nel corso degli anni hanno sviluppato diversi alfabeti, ed attraverso questi si è reso possibile far evolvere la scrittura quale ottimo metodo di comunicazione tra i popoli. La scrittura è in grado di evocare immagini, suoni, profumi, eventi, anche quando questi nascono dalla sola fantasia di chi scrive. Da millenni l’uomo si diletta con la scrittura, dapprima iniziando con disegni, una forma di espressione realizzata attraverso delle figure, che potevano significare oggetti o parole. Antichi geroglifici egizi iniziavano a contemplare un loro alfabeto, nato sicuramente anche per rendere possibile comunicare con altri popoli e civiltà differenti.
L’alfabeto cirillico, quello latino, runico, ebraico… Alfabeti creati dall’uomo per riuscire ad esprimersi al meglio, civiltà diverse ed alfabeti diversi. E’ un viaggio molto interessante quello che è possibile intraprendere studiando le origini dell’alfabeto, che arrivano davvero dalla notte dei tempi. Attraverso la scrittura l’uomo è in grado non solo di acquisire sapere, leggendo ciò che è stato scritto, ma crearne di nuovo per permettere ad altri di apprendere nuove nozioni. Ciò che viene scritto, può essere donato a chi verrà dopo di noi, come da sempre accade. Scrivere significa lasciare qualcosa di noi, affermare, comunicare il proprio senso di appartenenza a chi verrà dopo. Noi siamo stati, siamo vissuti, questo vi lasciamo…questo vi scriviamo.
Le caratteristiche della scrittura soggettiva, derivano da molteplici aspetti: il proprio grado di istruzione, l’educazione ricevuta, il carattere della persona che scrive, la sua psicologia. Sono solo alcuni aspetti che regolano il nostro modo di scrivere. La fantasia ed un pizzico di ironia forse giocano in nostro favore, anche quando si scrive di argomenti piuttosto complessi: potremmo renderli meno pesanti.
In base anche a ciò che scriviamo, o che dobbiamo scrivere, possiamo far assumere caratteristiche differenti al nostro modo di comunicare: perchè questo facciamo quando scriviamo, comunichiamo. Da un articolo giornalistico, ad una recensione invece che un romanzo od una poesia: è necessario dare a chi legge le giuste motivazioni perchè continui a leggere ciò che abbiamo scritto.
Semplificando, non dobbiamo annoiare, al contrario, incuriosire ed interessare il lettore che si accinge a prendere visione del lavoro dello scrittore. E non è una cosa facile, su questo non vi è ombra di dubbio. Anche perchè il grado di istruzione ed il bagaglio di sapere di chi scrive non è affatto detto che possa coincidere con quello di chi legge, in favore di uno o dell’altro. Quindi è importante conoscere chi è il potenziale lettore del nostro testo scritto, di conseguenza cercare di essere convincenti. Senza giochetti strani o sleali: meglio non piacere come scrittori avendo scritto qualcosa con passione, piuttosto che risultare gradevoli essendo però consapevoli di avere ingannato il lettore.
In taluni casi in termini economici ovviamente questo può tornare utile, non di discute. Ma la caratteristica che andiamo ad imprimere in quello che scriviamo, è parte di noi, forse anche quando non ne siamo del tutto consapevoli. Scrivendo sveliamo parte di noi, che lo si voglia o no, e questo al lettore più attento non sfugge affatto.
Quale debba essere la migliore forma di scrittura equivale a chiedere quale possa essere l’esatta previsione della prossima estrazione del lotto, tanto per dirne una. Le caratteristiche della scrittura possono rivelarsi diametralmente opposte se scriviamo una poesia invece che una domanda di lavoro, ovvio. Ma non altrettanto ovvio che in entrambi i casi dobbiamo essere convincenti, mettiamo in gioco noi stessi in ambedue le situazioni. La caratteristica della nostra scrittura è lo specchio della nostra personalità. Per ingannare occorre essere troppo bravi, e non forse non ne vale nemmeno la pena.
Senza volere entrare nel merito dell’alfabeto cirillico piuttosto che in quello latino od altro ancora, che è consono e pertinente ad ogni popolazione cui si appartenga, la tipologia della scrittura credo debba meritare due righe a proposito del concetto e della forma espressiva che si intendono utilizzare.
Se si accingiamo a scrivere un romanzo noir, la forma dovrà risutare più tagliente che in un testo di narrativa od in una lettera che intendiamo spedire ad un conoscente piuttosto che a qualcuno cui vogliamo bene. Cambiamo i toni, ma noi siamo sempre gli stessi, non possiamo nasconderci dietro la scrittura, anche se qualcuno crede di poterlo fare.
Qualcuno da ingannare lo si trova sempre, e qualcuno di più intelligente di noi anche. Il concetto che intendiamo esprimere deve risultare la parte focale del testo. Ci possiamo poi ricamare intorno per così dire, arricchire il testo con maggiori contenuti, al fine unico di rendere il concetto stesso più comprensibile ed il meno fuorviante possibile.
Meglio scrivere in modo semplice, senza voler stupire a tutti i costi, piuttosto che utilizzare vocaboli altisonanti solo per fare colpo su chi legge. Cuore e tecnica in giusta misura. Fosse facile, vero?! No, non lo è affatto, lo sappiamo bene. Ma leggendo molto possiamo imparare molto su come scrivere meglio. E non si rende nemmeno necessario copiare. Acquisire quotidianamente un pizzico di sapere da inserire nel nostro bagaglio culturale, può dare vita prima o poi ad una tipologia di scrittura che potrà stupire anche noi stessi.
Leggere stimola la fantasia, e spinge verso la riflessione. Ogni riflessione crea un concetto su di un argomento invece che su di un altro. Il nostro concetto sviluppato è la tipologia giusta. Non dobbiamo avere timore di esporci o di sbagliare: stiamo comunque cercando di comunicare. E allora scriviamo.