Come Affrontare il Colloquio di Lavoro Correttamentee

Ci siamo! Abbiamo convinto i selezionatori, e ci hanno convocato per un colloquio. In questa (come in altre simili circostanze) la prima impressione è quella che conta, e si manifesta nei primissimi minuti di scambio verbale con una persona. Dobbiamo quindi essere capaci di giocarci le nostre carte fino in fondo, puntando (anche) sulla nostra immagine. Il che non vuol dire presentarsi come se dovessimo andare ad una cena di gala, ma curati al punto giusto e con un tocco di personalità nel vestire, che non guasta mai.

Parola d’ordine: discrezione
Innanzitutto è importante indossare capi di abbigliamento pratici e comodi. Assolutamente da evitare gli spacchi profondi, i tacchi vertiginosi, le scollature eccessive, la pancia scoperta, la minigonna inguinale. L’immagine deve essere curata, ma discreta. Niente gioielli vistosi e che tintinnano, mentre vanno benissimo pendenti sottili, un punto luce, un braccialetto. E’ un’occasione nella quale vanno esaltate le proprie potenzialità professionali, non certo quelle fisiche. Per quanto riguarda i tacchi, sono ammessi a patto che non superino i sette centimetri di tacco. Altrimenti c’è il rischio che l’andatura diventi vacillante e poco elegante. Quando si sostiene un colloquio di lavoro, è indispensabile guardare l’interlocutore dritto negli occhi. Guardarsi intorno dà un’idea di vaghezza ed è tipica di chi si sente in difficoltà. Meglio comunicare con spontaneità il proprio stato d’animo, quindi se ci si sente imbarazzati o a disagio è consigliabile dirlo in maniera esplicita. Il selezionatore cercherà di assumere un contegno meno formale alleggerendo un po’ il tono della conversazione.

Con un tailleur blu o grigio non si dovrebbe sbagliare, ma non è una regola fissa, perché dipende dall’ambiente per il quale ci si propone. Il tailleur, essendo un capo di abbigliamento piuttosto classico, è indicato per un ambiente di lavoro tradizionale (per esempio un ufficio), mentre stona un po’ se ci proponiamo all’interno di in’azienda di grafica o come creativa nel terziario avanzato. E’ sempre meglio informarsi dell’ambiente di lavoro prima di presentarsi al colloquio. Per quanto riguarda l’abbigliamento maschile, anche qui va considerato il luogo di lavoro per il quale ci si propone. Indossare la cravatta se non si è abituati può creare un effetto goffo ed imbarazzato, per cui meglio optare per qualcosa di semplice ma raffinato. Una camicia chiara su un completo blu o grigio farà la sua bella figura, esaltate da un atteggiamento disinvolto e naturale. Tutto ciò che è artificiale perché non spontaneo (andatura, sorriso, atteggiamenti in genere) di sicuro non fa un buon effetto sui “cacciatori di teste”, abituati a vederne di tutti i colori.

La comunicazione “non verbale”
Rappresenta almeno il 70% della comunicazione in generale, e comprende tutto ciò che non rientra nella comunicazione legata alle parole: mimica facciale, gesti con le mani, sguardi. Gli esperti della comunicazione le attribuiscono una grande importanza, e ovviamente deve essere coerente con quella verbale. I selezionatori sono molto attenti a cogliere le eventuali discrepanze tra una e l’altra, perché in genere sono indice di scarsa personalità e determinazione. Bisogna prestare molta attenzione a non gesticolare eccessivamente, a guardare l’interlocutore negli occhi, a rispondere con calma senza agitarsi, scandendo bene le parole. E’ bene non anticipare ciò che il selezionatore vuole chiederci, ma aspettiamo che sia lui a porci le domande, alle quali risponderemo senza “uscire fuori traccia”, cioè in modo pertinente e senza diventare prolissi. Se notiamo che il selezionatore entra troppo nel personale e questo ci infastidisce, possiamo dirglielo senza problemi, ma non con tono polemico e aggressivo. Possiamo anche rifiutarci di rispondere a domande che riguardano la nostra privacy, e spostare l’attenzione piuttosto sulle competenze professionali e le aspettative che abbiamo riguardo ad una professione. Attenzione alle domande trabocchetto, che di sicuro non mancheranno, e servono a capire quanto si è capaci di reagire alle situazioni impreviste. In bocca al lupo!

Cosa Sono le SIM

Sim è uno dei pochi acronimi presenti nel dizionario italiano della finanza, sta per società di intermediazione mobiliare. Il nome dice l’attività, ma non cosa fanno queste società.

Che cos’è infatti l’intermediazione mobiliare? É la stessa legge istitutiva delle Sim, la legge n. 1 del 2 gennaio 1991, successivamente assorbita con modificazioni nel Testo Unico dell’intermediazione finanziaria del 1998, a fornire gli
opportuni chiarimenti. Le Sim possono compiere una serie di attività finanziarie (definite servizi di investimento) che,
prima della loro istituzione, venivano svolte da soggetti diversi.
Possono negoziare strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli diversi, prodotti derivati), per conto proprio o dei
propri clienti. Tale attività una volta era appannaggio degli agenti di cambio, la cui figura, pur non essendo stata formalmente abolita, va col tempo scomparendo (l’iscrizione all’apposito albo è stata infatti chiusa con l’entrata in vigore
della legge).

Le Sim possono collocare e distribuire presso il pubblico strumenti finanziari per conto dell’emittente. Quest’attività una
volta era di esclusiva pertinenza dei consorzi bancari.
Gestiscono patrimoni privati: per conto del cliente individuale cioè, investono e disinvestono in strumenti finanziari il
patrimonio dato in gestione; attività quest’ultima, propria delle società fiduciarie.
Possono inoltre raccogliere ordini di compravendita di strumenti finanziari, attività una volta svolta soprattutto dalle
banche.

Le Sim offrono servizi di investimento, salvo talune eccezioni, in concorrenza con le banche e con le imprese di investimento estere. Sono sottoposte alla vigilanza della Banca d’Italia e della Consob.

Come Scrivere la Lettera di Accompagnamento per Trovare un Lavoro

Trovare lavoro in tempo di crisi già è difficile, e lo è ancora di più se assieme al Curriculum Vitae non si allega la lettera di presentazione. L’errore più comune di chi cerca lavoro infatti è la “standardizzazione”, ovvero l’idea che per trovare lavoro basta preparare un Curriculum uguale per tutte le aziende e inviarlo

Trovare lavoro in tempo di crisi già è difficile, e lo è ancora di più se assieme al Curriculum Vitae non si allega la lettera di presentazione. L’errore più comune di chi cerca lavoro infatti è la “standardizzazione”, ovvero l’idea che per trovare lavoro basta preparare un Curriculum uguale per tutte le aziende e inviarlo in blocco. Per avere successo nella ricerca di un lavoro, è necessario modificare il Curriculum per ogni azienda, cambiando magari un po’ la struttura, il design e mettendo in primo piano le esperienze e gli studi più richiesti da quell’azienda.

Molto importante quando si invia un Curriculum Vitae è anche la lettera di presentazione, da allegare sempre, in ogni caso. In questo modo ci si può presentare meglio, ci si mostra più professionali e soprattutto si hanno maggiori probabilità di essere selezionati per un eventuale colloquio di lavoro. Nella lettera di presentazione, oltre a presentarsi in poche righe, il candidato deve dimostrare di sottolineare in sintesi le proprio attitudini e capacità che l’azienda sta cercando, mostrandosi come la persona giusta al momento giusto.

Un elemento importante da tenere in forte considerazione è il metodo di scrittura della lettera di presentazione: lasciate perdere il computer, scrivetela a mano. Darete in questo modo un tono più personale alla lettera, e darete la possibilità alle aziende di fare un’analisi grafologica per capire al meglio la vostra personalità e potenzialità. Il contenuto della lettera d’accompagnamento dev’essere sintetico, chiaro e suscitare l’attenzione del selezionatore.
Come esempio è possibile vedere questo fac simile lettera di presentazione.

La lettera di accompagnamento non deve essere quindi una copia del curriculum, non serve ripetere le informazioni già inserite in questo. La lettera di accompagnamento ha il compito di suscitare l’interesse del selezionatore e di spingerlo a leggere il curriculum. Come detto, è quindi importante utilizzare questo documento per fare capire al selezionatore che si è la persona giusta per quel posto di lavoro.

Quanto Costa un Conto Corrente

Una domanda molto comune che ci vine rivolta è quella relativa al costo dei conti correnti. Sul mercato infatti esistono decine e decine di conti correnti, generalmente 1 per ogni banca presente sul nostro territorio, suddiviso spesso in altre sottocategorie o tipologie differenti. Per la complessità dell’offerta quindi spesso di rimane disorientati e non si riesce mai a capire con estrema semplicità quali sono i costi di un conto corrente e quali sono le sue caratteristiche principali.

Pensate per esempio che tantissimi conti ancora fanno pagare delle commissioni per prelievi bancomat a sportelli differenti dai propri!

Per aiutare i nostri lettori a capire qual’è l’andamento dei costi dei nostri conti correnti, riportiamo un estratto dell’analisi di Banca d’Italia sui conti correnti.

Nell’anno la spesa media per la gestione di un conto corrente è stata di 103,8 euro, 4,1 euro in meno rispetto all’anno precedente e 6,7 in meno rispetto all’anno precedente.
In particolare, si sono ridotti gli oneri fissi, tra cui i canoni, e quelli corrisposti in caso di affidamenti e di scoperti di conto; vi è stata anche una contrazione del numero di operazioni effettuate. Per contro, invece, si è osservato un aumento delle commissioni, principalmente per le operazioni effettuate allo sportello.

Le spese variabili – che rappresentano quasi un terzo del totale – sono cresciute di 1,3 euro, in particolare nelle componenti delle “altre spese variabili” (che includono, tra l’altro, le commissioni per pagamento di imposte e tasse, emissione assegni, versamenti in ogni forma, richieste di elenco movimenti) e del costo medio dei bonifici. Si sono invece ridotte le spese per prelievi presso ATM, le spese di scrittura e quelle per i servizi automatici e continuativi di pagamento. La crescita delle commissioni unitarie ha comportato un aumento del costo medio per operazione da 1,5 a 1,8 euro.
L’ammontare delle spese fisse spiega gran parte della variabilità nei livelli dei costi osservata tra i correntisti; in particolare, sono maggiormente onerosi i conti aperti da diversi anni e raramente rinegoziati.

Ma se davvero volete risparmiare qualcosa sui costi dei conti correnti, beh, quello che vi suggeriamo è di cercare qualche offerta direttamente online e aprire un conto su internet! Infatti nel 70% dei casi i conti correnti online sono meno costosi dei classici in quanto le operazioni allo sportello vengono ridotte e le banche quindi possono impiegar i proprio dipendenti in attività più redditizie. Se però invece avete bisogno di operare continuamente con la banca, beh forse è il conto classico che fa al caso vostro!

Come Scegliere il Mutuo per la Casa

Prima di tutto, da valutare non è solo il costo principale, bensì tutti i costi nel loro complesso. Spesso, ad esempio, il tasso di interesse è uno specchietto per le allodole: dietro un tasso allettante per qualche mese si può nascondere un mutuo con un tasso effettivo molto elevato.

La banca migliore da scegliere non è quella dove siete già cliente, ma quella che ha bisogno di fare budget e sta spingendo in questo momento sull’acquisizione di nuovi clienti. Come si fa a scoprirlo? Innanzitutto dalla relazione che posso instaurare con chi decide.
Mai andare a parlare a chi non ha potere di decisione. Anche se vi dicono che è il computer che “decide” alla fine c’è sempre qualcuno che ci mette la firma e delibera il mutuo.Come scegliere il mutuo giusto per comprare casa

Analizzate sui siti internet le comparazioni del mutui delle varie banche. Spesso, le banche che non hanno sportelli ma sono online forniscono costi migliori rispetto alle banche con sportelli: questo perché non ci sono affitti da pagare e stipendi da erogare a tanti dipendenti, si fa tutto online. Lo svantaggio è che il sistema di valutazione della pratica diventa molto rigido e se non si rientra nei loro parametri è molto difficile che venire accettati.

La stessa banca può essere ottima per il mutuo e pessima per un finanziamento sull’auto e viceversa. Vi ripetiamo che la banca migliore è quella che deve fare budget su quel prodotto ed è disponibile ad offrire condizioni migliori.
Quindi, per scegliere il mutuo giusto non limitatevi a cercare solo nella vostra banca. Girate prima online o poi fisicamente e fate raffronti. Qui il detto che chi più spende meno spende non funziona. I denari della banca X sono uguali a quelli della banca Y.

Mutuo a tasso variabile o mutuo a tasso fisso? Beh qui si apre una diatriba tra chi ha paura delle oscillazioni del mutuo e chi invece no. La mia personale opinione è guardare la differenza di tasso tra il fisso e il variabile in questo momento.
Un esempio: se il tasso fisso è al 5% e quello variabile al 3% sicuramente la mia scelta personale va sul tasso variabile perché è nei primi 2/3 anni che paghiamo i maggiori interessi. Quindi, meglio pagare poco oggi che forse di più un domani. Se invece la differenza è molto poca (meno dell’1%) e ho uno stipendio fisso, allora è meglio il tasso fisso.

Se siete un ottimo cliente per un mutuo (ovvero che mette circa il 50% del prezzo di acquisto con i propri soldi) allora pretendete condizioni migliori. Le banche sono alla ricerca spasmodica di questi tipologie di clienti. Se invece rientrate nella fascia dei clienti più a rischio, ovvero richiedete un mutuo finanziato all’80% od oltre del valore di acquisto, rivolgetevi ad un broker di mutui in modo che possa trovarvi la banca desiderosa di fare budget e alla ricerca di queste opportunità. Molte banche offrono anche il tasso variabile con il cosiddetto CAP, ovvero un tetto sul massimo del tasso a cui si può arrivare. State attenti al costo di questa copertura che di solito è molto alto.

Cercare un mutuo è materia delicata, richiede una comparazione delle proposte sul mercato e accorgimenti per non perdere tempo, individuando la banca giusta per le vostre esigenze. L’importante è non procedere a caso, ma avere le informazioni tecniche giuste per arrivare al miglior risultato.

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