Come Lavorare Come Procacciatore d’Affari

Il procacciatore d’affari è colui che promuove prodotti o servizi di un’ azienda senza però ricevere un mandato di rappresentanza o divenire dipendente dell’azienda.
L’attività del procacciatore d’affari è atipica e non è attualmente regolamentata da leggi specifiche. Questo poichè la figura del procacciatore è vista come una figura occasionale e non legata da contratti stabili e duraturi all’azienda.

Teoricamente quindi, il lavoro del procacciatore d’affari dovrebbe essere quello di segnalare all’impresa preponente possibili affari, stipule di contratti o vendita di beni, senza però condurre trattative in prima persona, anche se capita spesso che le aziende si avvalgono di procacciatori d’affari anche per l’attività di vendita vera e propria, tramite una procura a vendere.

L’attività del procacciatore d’affari è praticamente simile o uguale a quella di un qualsiasi altro venditore, ma si distingue solo per l’occasionalità del rapporto con l’impresa preponente e per l’assenza di vincoli di esclusiva e di zona di competenza. Quindi anche il compenso percepito dal procacciatore d’affari è dovuto esclusivamente sugli affari procacciati e non in base ad una zona operativa in esclusiva come accade per gli agenti di commercio.

Per diventare procacciatori d’affari non sono necessari requisiti specifici, poichè come anticipato in precedenza, si tratta di una figura atipica, non regolamentata da alcuna legge o albo professionale, quindi se si vuole svolgere questa professione, non si deve fare altro che trovare un’azienda disposta ad una collaborazione occasionale e che tramite una lettera d’incarico autorizzi il procacciatore a procacciare affari.

Se il procacciatore svolge l’attività di vendita in modo continuativo deve aprire la partita iva e iscriversi al registro imprese, questa trafila a volte viene fatta in attesa di ottenere i requisiti necessari per l’iscrizione all’albo agenti di commercio e definire la propria condizione con un normale contratto di agenzia.

Come Lavorare in Africa

Come si è già accennato molti paesi dell’Africa sono tra i più poveri del mondo, tuttavia alcuni presentano invece un tenore di vita occidentale – come il Sudafrica, Capo Verde, Botswana – mentre altri hanno un tasso di crescita veloce, ad esempio la Nigeria, il Kenya o il Mozambico. Sono dunque i paesi di questo genere a poter offrire più occasioni e prospettive anche agli occidentali che hanno l’intenzione di svolgere un’esperienza lavorativa in Africa.
Internet anche in questo caso viene in aiuto: la maggior parte dei siti a cui fare riferimento è in lingua inglese.

Un portale utile da consultare è AfricaGuide, che in modo trasversale offre informazioni sull’Africa da visitare e da vivere. C’è dunque un’ampia sezione “Work in Africa” dove si dedica innanzitutto ampio spazio al volontariato, ma in cui è presente anche un’interessante lista di link utili. C’è infatti una pagina dove sono catalogati i principali motori di ricerca di impiego, ogni indirizzo è accompagnato da una breve descrizione del sito a cui si riferisce.

Per una panoramica sulle prospettive di impiego in tutto il continente si può guardare il portale CaGlobal che cataloga le offerte di lavoro di tutti i paesi africani e offre “recruitment services”. Non c’è bisogno di registrarsi al sito, l’utilizzo delle pagine è facile ed immediato. Dall’homepage infatti è possibile selezionare il paese di proprio interesse, cliccando sul disegno della cartina dell’Africa, oppure scegliere dall’elenco sulla sinistra la professione di proprio interesse. Utilizzando questo secondo metodo e scegliendo qualsiasi tipo di lavoro proposto si accederà a una scheda di presentazione e una tabella degli ultimi annunci inseriti. La candidatura non avviene online: non occorre cioè compilare un formulario, ma ogni annuncio è completo dell’indirizzo mail a cui inviare il curriculum vitae.

Anche il sito GoAfrica offre validi spunti: nella sezione lavoro vengono citati sia i campi di volontariato che le occasioni di lavoro vero e proprio, ma in ogni caso si tratta di offerte rivolte a un utente internazionale. Anche in questo caso non è necessaria la registrazione, il sito infatti non pubblica direttamente annunci ma rimanda ad altri siti di cui si possono trovare i link organizzati per settore merceologico o tipo di professione.

Tra i portali geograficamente trasversali, c’è infine FindAJobInAfrica. Il sito è assolutamente intuitivo: un comodo motore di ricerca posizionato in homepage permette di selezionare gli annunci di lavoro per professione, regione, area. Sempre in homepage sono pubblicati gli ultimi annunci inseriti. Iscrivendosi gratuitamente, inoltre, è possibile depositare il proprio CV in una banca dati online a uso delle aziende.
Occorre poi ricordare che molto spesso chi decide di trasferirsi in Africa, non cerca un’opportunità di lavoro dipendente, ma al contrario prova ad avviare un’attività imprenditoriale: sono storie che capita di leggere molto frequentemente su Italiani in Marocco, la community di riferimento per tutti gli espatriati non solo in Marocco ma nell’Africa settentrionale in genere.

Spiazzamento – Definizione e Significato

Gli anglofoni lo chiamano crowding-out; gli italiani l’hanno tradotto effetto spiazzamento: si tratta della diminuzione
della domanda privata per effetto di un aumento della domanda da parte del settore pubblico.

Il crowding-out può essere totale o parziale: nel primo caso, l’aumento della spesa pubblica riduce dello stesso ammontare la domanda privata; nel secondo, quest’ultima si riduce in misura meno che proporzionale rispetto a quella.
L’effetto spiazzamento è importante perché di norma la maggiore spesa pubblica riduce la domanda per investimenti
privati. Questa circostanza è particolarmente grave quando l’aumento della spesa pubblica consiste soltanto in un incremento dei consumi pubblici: in tal caso, una spesa per consumi ha l’effetto di ridurre la spesa per investimenti, pregiudicando così, almeno in parte, le possibilità future di creare reddito. É meno grave, quando la spesa pubblica aggiuntiva è
impiegata in investimenti: in tal caso, l’effetto globale potrebbe essere giudicato negativo, soltanto a condizione che gli
investimenti pubblici siano molto meno efficienti di quelli privati. Una diminuzione, anche piccola di questi ultimi, non
riuscirebbe a essere compensata da un aumento di quelli.

Il crowding-out si produce sostanzialmente per due ragioni: o perché l’aumento della spesa pubblica determina un innalzamento dei tassi di interesse; o perché favorisce una fiammata inflativa.
Nel primo caso, i tassi aumentano in conseguenza dell’aumento del reddito indotto dalla maggiore spesa pubblica; tale
maggior reddito si trasforma in una maggiore domanda di moneta; la quale, tendenzialmente, si riverbera in un incremento dei tassi di interesse, che a loro volta contraggono in primo luogo gli investimenti privati (possono tuttavia risultare spiazzati per questa via anche i consumi privati e le esportazioni nette).

Nel secondo caso, l’effetto si produce quando l’economia è vicina alla piena occupazione: in tal caso, un’espansione della domanda da parte dello Stato non può tradursi in un corrispondente aumento della produzione, visto che la capacità
produttiva è quasi del tutto utilizzata. Il più elevato livello della domanda si tradurrà pertanto in un aumento del livello
dei prezzi, riducendo così il potere d’acquisto del reddito delle famiglie e dei profitti delle imprese, le quali quindi spenderanno di meno rispettivamente in consumi e investimenti.

Non sempre tuttavia l’aumento della spesa pubblica comporta un effetto spiazzamento: ciò accade quando non variano i tassi di interesse e i prezzi. Di norma, tuttavia, le circostanze sono tali per cui così come l’effetto spiazzamento
non è totale, non è nemmeno del tutto assente. Esso sarà tanto più cospicuo, quanto maggiori saranno le escursioni verso l’alto subite da prezzi e tassi di interesse. Ciò a sua volta dipende da quanto più è vicina l’economia al pieno impiego.

Quanti Soldi di Mutuo Chiedere

Il Mutuo è un atto molto importante che come abbiamo già detto condiziona in modo molto incisivo la nostra quotidianità attuale e futura in quanto ci lega ad un rapporto di credito con una o più banche e solitamente per parecchi anni. Occorre quindi essere ben consapevoli di ciò che si sta scegliendo, senza lasciare nessuna opzione al puro caso, in quanto potremmo pentircene.

Analizziamo quindi uno degli aspetti fondamentali della richiesta del finanziamento, ovvero quanti soldi bisogna chiedere all’istituto erogante per far fronte alle nostre esigenze.

La prima cosa da sapere è che la somma che si ottiene non può essere scelta liberamente; i mutui in genere coprono l’80% del valore periziato dell’immobile, ma in relazione al reddito del richiedente la percentuale può essere minore. Chi finanzia (ovvero la banca) analizzerà prima la capacità di far fronte al debito negli anni futuri, poi il valore della casa che si acquista.
Chi ha intenzione di chiedere un mutuo dovrà quindi fare un’attenta previsione di quello che potrà accantonare mese per mese per pagare le singole rate. Una buona regola da tenere presente è quella di non chiedere mai un finanziamento superiore a un terzo delle proprie entrate (a meno che non si disponga di guadagni elevati). È importante tenere conto della propria capacità di risparmiare e dell’eventualità di dover far fronte a spese impreviste.
Esiste tuttavia la possibilità di richiedre un mutuo fino a raggiungere il 100% del valore dell’immobile che si vuole acquistare, ma in tali casi gli interessi sono molto elevati e le garanzie richieste sono maggiori ovviamente perchè il rischio che l’ente emittente core è più elevato.

Quindi, uno dei requisiti fondamentali per l’acquisto dell’immobile è quello di avere parte dei soldi già disponibili in quanto la banca fornirà al massimo l’80% dei soldi necessari per il suo acquisto.

Proprio per tale necessità, molte famiglie sono costrette a rimandare l’acquisto della casa; tuttavia può venire in soccorso l’articolo 2120 del Codice Civile che prevede la possibilità, per i lavoratori di aziende con oltre 25 dipendenti, di chiedere un’anticipo del trattamento di fine rapporto (TFR) per l’acquisto di una casa. Questa facoltà è concessa soltanto nell’ipotesi di acquisto della prima abitazione. Per la seconda casa non è possibile usufruire di tale agevolazione ovviamente poichè le case oltre la prima sono considerate beni di lusso e quindi su tali somme lo stato non ofre alcune eccezioni oppure agevolazioni.

Come Cercare Lavoro Online

Purtroppo in molti Paesi in particolare in Italia il mercato del lavoro si basa su un aspetto prettamente economico ( lo stipendio ), piuttosto che qualitativo e professionale. Ovviamente molto dipende anche dal tipo di lavoro e dal singolo caso, Internet è sicuramente un ottimo mezzo, anche se come tutti sappiamo, in generale trovare lavoro non è semplice, e perciò è necessario un impegno costante e programmato. La rete offre varie opportunità, che vi permetteranno di cercare il lavoro che fa per voi.

I social networking: esistono diversi tipi di social network davvero interessanti per la ricerca del lavoro. I network professionali come Linkedin, Xing, Viadeo, Spoke, vi permettono di sfruttare diverse funzionalità. Vi sono anche i social network più popolari che pur non essendo creati appositamente a questo scopo possono divenire comunque un ottimo strumento di ricerca, come nel caso di Twitter e Facebook.

I siti per il recruiting online: sono davvero tantissimi alcuni buoni e altri meno. Tra i migliori troviamo: Monster, Infojobs, che sono gratuiti per un uso base; un sito tra quelli a pagamento abbastanza funzionale è Cambio Lavoro. Interessanti anche il sito Concorsi.it per i concorsi pubblici appunto, e anche alcuni siti stranieri che hanno posizioni per l’ Italia: CWJobs e Jobserve.

I BOT: rappresentano una soluzione ultrafunzionale che risolve uno dei maggiori problemi nella ricerca del lavoro su internet, quella del controllo costante. Dopo la registrazione avrete un mezzo efficace che cercherà gli annunci per voi, e ve li fornirà senza dover effettuare estenuanti ricerche. Due tra i migliori siti che offrono questo servizio sono: Jobcrawler e Jobrapido.

Dunque è fondamentale che vi rivolgiate a più siti, e non soltanto ad un paio. Inoltre, oltre ai portali di interscambio, una buona soluzione è quella di proporsi direttamente alle aziende ( almeno quelle che riguardano le attività e l’area geografica che vi interessa ), che di solito hanno sui propri siti una sezione dedicata: il famoso “Lavora con noi”, che permette ai candidati di offrirsi.

Inviando il proprio curriculum vitae attraverso la posta elettronica, ricordate sempre di inviarlo ad un’azienda per volta. Il curriculum che state inviando, dovrà essere aggiornato, e ricco di parole chiave che lo rendano interessante. Ricordate che ogni sito di recruiting colleziona migliaia e migliaia di candidature.

Quando vi registrare ai singoli portali, sfruttate l’ utile servizio di newsletter: vi verranno inviate periodicamente al vostro indirizzo di posta elettronica le offerte di lavoro che più si avvicinano ai parametri indicati al momento della registrazione.

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