Non ho conto corrente e non voglio aprirlo. Sono un dipendente pagato con assegno bancario. La banca emittente si rifiuta di cambiarmi l’assegno per un loro regolamento interno. Cosa posso fare?
L’assegno bancario è uno titolo di credito che consente al titolare di un conto corrente bancario (o postale) di pagare una somma di denaro già disponibile sul proprio conto corrente bancario.
In sostanza, l’assegno bancario è equiparato ad una cambiale tratta in cui il traente (il correntista) ordina alla banca in cui ha radicato il conto corrente (trattaria) di pagare la somma di denaro indicata nell’assegno al terzo soggetto che lo presenta all’incasso (beneficiario).
Del resto, dal sito internet della stessa Banca d’Italia si legge: “L’assegno bancario è un titolo di credito pagabile a vista contenente l’ordine impartito da un correntista alla propria banca di pagare a terzi (o a se stesso) una somma di denaro. In termini tecnici si parla del traente che ordina al trattario di pagare un beneficiario.”
L’assegno bancario deve essere presentato al pagamento nel termine di 8 o 15 giorni dall’emissione a seconda che sia pagabile nello stesso comune di emissione ovvero in altro comune dello Stato.
Salvo eccezioni sulla corretta compilazione dell’assegno, la banca trattaria non può in alcun modo rifiutarsi di pagare l’importo al beneficiario in quanto il medesimo titolo costituisce per la stessa banca un obbligo giuridico.
Se però l’assegno è presentato allo sportello di una banca diversa da quella trattaria, è normale che per l’incasso occorre attendere l’esito della disponibilità dei fondi che viene regolata presso la stanza di compensazione in cui le banche inviano tutti gli accrediti di assegni, in modo da verificare che non si tratti di un assegno scoperto.
In tale circostanza, dunque, è corretto richiedere al cliente l’attivazione di un conto corrente bancario per la negoziazione dell’assegno presentato all’incasso. Ma, come detto, deve trattarsi di altra banca.
Perciò, per avere il cambio in contanti dell’assegno bancario è sufficiente recarsi alla banca trattaria, meglio se alla stessa filiale trattaria che appare sul medesimo assegno.
In caso di rifiuto, è meglio farsi rilasciare una motivazione scritta da parte della banca.
Infine, il pagamento in contanti non può essere rifiutato nemmeno se si supera l’attuale limite dei 1.000 euro dal momento che l’operazione è già tracciata.