Come Diventare un Capo Treno

Quello del Capo Treno (detto anche Capo Servizi Treno) è un lavoro decisamente interessante per chi ama viaggiare ed intende svolgere un mestiere che lo porti ad essere spesso lontano dalla propria città di residenza a visitare posti nuovi.
Prima di avviare i nostri consigli su cosa fare per diventare capo Treno, intendiamo tuttavia spiegarvi di cosa si occupa in effetti il capo Treno e darvi qualche sommaria informazione su quale possa essere il suo ruolo all’interno delle aziende come appunto Trenitalia.

Secondo quanto affermato dal sito delle Ferrovie dello Stato, il capo Treno è colui che “svolge attività relative alla dirigenza, sorveglianza e responsabilità del convoglio relativamente alla circolazione, anche con interventi sul materiale, ivi compresa l’effettuazione della prova freno nei casi previsti, sulla base dei regolamenti e della normativa emanati dal gestore dell’infrastruttura; alla compilazione e conservazione dei documenti di viaggio, al coordinamento del personale di scorta, alla sorveglianza e controllo sulla regolarità del servizio viaggiatori e sui servizi svolti da terzi a bordo treno nell’ambito delle rispettive responsabilità, alla emissione e controllo di biglietti di viaggio, alla assistenza e informazione della clientela, al controllo ed intervento nelle attività di manovra e scambi in particolari situazioni, di coadiutore del macchinista nei casi previsti.”

Risulta essere, in effetti, colui che si interessa di controllare che i viaggiatori siano provvisti di biglietto e che la loro presenza sul convoglio sia effettivamente regolamentata, e che si occupa anche della parte dedicata prettamente alla clientela – colui che fornisce informazioni sulle tratte, sui viaggi e sugli eventuali ritardi del percorso – ma che, in casi estremi, può svolgere anche un’attività di aiuto al macchinista.

Per diventare capo Treno per l’azienda Trenitalia, occorre tuttavia rispondere ad alcuni requisiti in particolare, che possono essere ovviamente fisici e morali. Per dettagli è possibile vedere questa guida sul capo treno su Professioniecarriere.com.
Vediamone alcuni:
1. Statura minima di 1,60 metri;
2. Acutezza visiva: 10/10 in ciascun occhio; è ammessa la correzione con lenti sferiche del valore massimo +4D ovvero -5D (purché la differenza di rifrazione tra le due lenti non sia superiore a 3 diottrie) e lenti cilindriche per eventuale astigmatismo;
3. Normale senso cromatico;
4. Normale senso stereoscopico;
5. Normale campo visivo;
6. Senso dell’udito con voce afona a non meno di m.8 da ciascun orecchio.

Nonostante tuttavia in molti ritengano ancora che questi requisiti siano poco considerati dalle aziende, in realtà Trenitalia effettua un vero e proprio screening in base soprattutto al godimento di questi requisiti, senza i quali non è in alcun modo possibile accedere a questo tipo di lavoro.
Pertanto, in base alla Disposizione n° 55 del 29/11/2006 – “Norme relative alle visite mediche per l’assunzione e la revisione del personale utilizzato in attività connesse con la sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario” è assolutamente indispensabile godere di questi requisiti ed assicurarsi di possedere quanto richiesto prima ancora di presentare il curriculum vitae all’azienda.

Una volta accertato ciò, è possibile collegarsi direttamente al sito di Trenitalia e appunto inviare il proprio curriculum per una prima selezione, che prevede due diversi tipi di screening.
Il primo iter selettivo può prevedere:
– test attitudinali;
– colloquio motivazionale;
– colloquio tecnico-professionale.
Il secondo iter selettivo (in alcuni casi) può invece avvalersi di ulteriori prove che possono essere previste in particolare per alcune specifiche figure professionali, e che possono riguardare in particolare:
– test di personalità;
– prova di abilità manuale;
– prova di lingua.
Una volta superati i test di cui sopra, è possibile accedere a questo tipo di lavoro per mezzo di un contratto, detto contratto di apprendistato professionalizzante – che abbraccia non solo il mestiere del capo Treno, ma anche molti altri – secondo il quale il candidato deve avere necessariamente dai 18 ai 29 anni.

La durata del contratto è, in un primo tempo, di 18 mesi, e successivamente per un periodo determinato dal tipo di lavoro ed in base al livello professionale.

Come Diversificare gli Investimenti

Le azioni Usa rappresentano una buona scelta nell’ottica di una diversificazione degli investimenti soprattutto in associazione ad uno strumento a basso rischio come i conti deposito.

La scelta dell’investimento ideale è condizionata da due fattori che costituiscono dei veri e propri limiti, ovvero la propensione al rischio, che a sua volta si riflette poi sui possibili rendimenti, e la disponibilità di una certa liquidità già consolidata oppure da creare.

Quando si può avere un certo margine di libertà di scelta sul livello di rischio, e si dispone di una giacenza da mettere a profitto, allora si possono fare due scelte estreme, che possono costituire sia delle alternative che delle soluzioni simbiotiche: l’investimento in azioni, ed in particolare in alcune azioni usa, e/o nei conti deposito.

Differenze e aspetti in comune delle azioni Usa rispetto ai conti deposito
Le azioni impongono la necessità di farsi carico di un margine di rischio maggiore, che può essere in parte gestito nel caso in cui si scelga di fare un investimento in azioni Usa di grandi società, dotate generalmente di un management e di una struttura solida, di una tecnologia avanzata e di livelli di qualità ormai consolidati.

In più si tratta di società che di norma dividono elevati dividendi. L’ottica di investimento che rende le azioni Usa con queste caratteristiche assimilabili un po alla gestione del conto deposito è quella incentrata sul mantenimento dei titoli in portafoglio almeno per tre o quattro anni.

Ovviamente poi al momento della vendita si ha in più la possibilità di usufruire del surplus del valore raggiunto dal titolo, dopo averne sfruttato i rendimenti annuali da dividendo, aspetto che manca ai classici conti deposito, che tuttavia richiedono un lasso temporale più breve di “vincolo” e soprattutto non mettono a rischio il capitale.

Molti gli aspetti positivi delle azioni a stelle e strisce a partire dal fatto che la ripresa negli States è molto più consolidata rispetto ad una realtà disomogenea come quella dei paesi della Ue.

In più vi sono le caratteristiche stesse delle grandi aziende che, anche se in determinati periodi possono pagare dei rendimenti in media inferiori a quelli di alcune società europee, presentano minori oscillazioni e minori rischi legati appunto alle proprie azioni.

Si può presentare il rischio di cambio, che tuttavia può essere gestito, magari aprendo conti deposito in dollari per l’accredito dei dividendi, o anche sfruttato nei momenti di cambio più favorevoli.

Azioni usa e conti deposito per una migliore gestione della liquidità
Le azioni sono investimenti ad elevato rischio, mentre i conti deposito costituiscono una modalità di gestione della liquidità a basso rischio.

Per queste ragioni diversificare scegliendo entrambe le soluzioni costituisce la scelta ottimale, anche perché diventa più semplice gestire la liquidità, nelle fasi di disinvestimento, così da fare la giusta rotazione degli assets nel proprio portafoglio titoli.

Conto Deposito per le Aziende – Come Scegliere

Non tutte le banche offrono questa tipologia di conto deposito, infatti, attualmente è possibile aprirlo presso due sole banche:

Soggetti che possono aprire un conto deposito per imprese
I documenti necessari per aprire un conto deposito aziendale variano a seconda del soggetto interessato. Potrebbero essere i seguenti: Certificato partita IVA, Atto costitutivo, Visura camerale, Statuto e così via.

Il conto deposito per imprese può essere aperto dai seguenti soggetti:

Soggetti con partita iva – Professionista o Studio Associato
Impresa individuale
Società di persone o Società di Capitali – (Sas, Snc, Srl, Spa, ecc.)
Parrocchia
Condomimio
Associazione – Fondazione – Onlus
Consorzio esterno

Vantaggi del conto deposito per aziende
Il funzionamento e le condizioni sono le stesse del conto dedicato alle persone fisiche, pertanto, nessuna spesa di gestione e ottimi tassi di interesse.
Spese di apertura, chiusura, trasferimenti e gestione sono a carico della banca.
In più, i tassi di interesse consentono di ottenere un’ottima remunerazione della liquidità in eccesso.

Unico “problema” riguarda la tassazione.

Se il conto di deposito è intestato ad una società (es. S.r.l.), gli interessi maturati, soggetti ad una ritenuta del 26%, dovranno scontare l’imposta sul reddito delle società (e quindi IRES al 27,50% ed IRAP dal 3,90% al 4,82%, dati rilevati alla data di oggi).

Pertanto, la ritenuta del 26% è a titolo di acconto, e la differenza dovrà essere versata in sede di dichiarazione dei redditi.

In base al tipo di azienda e al tipo di attività esercitata è consigliabile valutare con il proprio commercialista la migliore strategia di impiego della liquidità in eccesso.

Rendimax per aziende
Tra le proposte 2016 merita una menzione il conto deposito Rendimax per aziende: il rendimento per le partite vincolate raggiunge il 2,60%, mentre per il deposito libero offre lo 0,75%.

Il conto può essere aperto mediante due canali:
Online: bisognerà quindi compilare il modulo online e stampare la relativa documentazione;
Contattando il numero verde all’ 800.522.122.

In entrambi i casi per completare l’apertura si verrà contattati da un consulente di Banca Ifis per effettuare il riconoscimento e porre la firma sul contratto.

Differenze tra Conto Deposito Libero e Vincolato

Quando si sceglie di allocare i propri risparmi all’interno di un conto deposito, una delle scelte preliminari in merito è relativa alla possibilità di sottoscrivere un versamento nel conto deposito “libero”, o in uno “vincolato”. Ma quale è la differenza tra le due tipologie di rapporto? Quale è più “conveniente”? E quali sono i pro e i contro di ognuna di queste due alternative?

Cerchiamo di affrontare benefici e svantaggi della duplice scelta, esaminando singolarmente i vari punti di attenzione.

Conto deposito libero
Il conto deposito libero è, come intuibile dallo stesso nome di questo prodotto, un conto nel quale possono confluire versamenti “non vincolati”. Il cliente dell’istituto di credito che sceglie di sottoscrivere un conto deposito libero può quindi prelevare le somme depositate in qualsiasi momento, senza penali o particolari restrizioni. Per cercare di comprendere quale sia la sua flessibilità, si tenga conto che il funzionamento del conto deposito libero è simile a quello di un comune conto corrente ordinario, nel quale versamenti e prelevamenti possono essere effettuati senza alcuna specifica limitazione.

A tale vantaggio, corrisponde evidentemente lo svantaggio di non poter disporre di una remunerazione “maggiorata” come invece accade nei conti deposito vincolati. A titolo di esempio, possiamo quindi ricordare come sulle somme libere Hello Bank non riconosca alcun tasso di interesse se la giacenza media è inferiore ai 5.000 euro, mentre per le giacenze tra i 5.000 e i 25.000 euro la remunerazione sale all’1% per i primi 9 mesi (il 2% qualora la giacenza sia superiore ai 25.000 euro, fino al limite dei 100.000 euro).

Tra gli altri principali conti liberi, ancora, Conto Arancio consente di poter depositare senza vincoli le somme dei propri clienti remunerandole al tasso base lordo dell’1%, contro un tasso di benvenuto attualmente pari all’1,4% per le somme depositate per 12 mesi. Ulteriormente, IWBank propone invece lo 0,25% per i depositi a vista, con interessi accreditati ogni mese.

Conto deposito vincolato
Se il conto deposito libero è un conto simile a qualsiasi conto corrente, valutato che il cliente potrà effettuare operazioni di prelevamento e versamento senza alcuna restrizione, il conto deposito vincolato è un rapporto che invece prevede alcune particolari caratteristiche di indisponibilità nelle somme versate.

In ogni caso, è bene ricordare che l’indisponibilità di cui sopra non è mai (o quasi mai) in grado di intaccare l’effettiva possibilità di entrare in possesso del capitale in tempi congrui. Di norma, il fatto che un conto deposito sia vincolato a 3, 6 o 12 mesi, non impedisce al cliente di poter ottenere la restituzione delle somme depositate anche prima della scadenza del vincolo. La conseguenza della rottura del vincolo non sarà quindi il blocco della disponibilità del capitale, quando la perdita totale o parziale degli interessi maturati o, più frequentemente, la riconduzione del tasso a quello “base”, e non più a quello “privilegiato” previsto per i vincoli.

Stabilito quanto precede, è bene altresì ricordare come i tassi di interesse riservati sui conti deposito vincolati siano ben superiori a quelli dei conti liberi. Qualche esempio? IWBank offre fino all’1,50% a 18 mesi (1,35% a 9) con il suo IWPower Special 9+9 Autumn 2014, mentre Ing Direct, come abbiamo visto, propone il suo Conto Arancio con tasso di benvenuto dell’1,4% per le nuove somme depositate per almeno 12 mesi.

Il nostro consiglio , al fine di non creare comportamenti controproducenti, è quello di pianificare con attenzione le somme da destinare a vincolo, e quelle da mantenere libere. Una soluzione utile potrebbe essere quella di creare più vincoli (in altri termini, 2 vincoli da 10 mila euro anziché 1 da 20 mila euro), per fare in modo che possa essere sufficiente scioglierne uno solo, mantenendo in piedi una parte dei propri risparmi a tasso agevolato.

Consigli per un Ecommerce

La realizzazione pratica di siti di shopping online, anche se prodotta con i migliori strumenti tecnici da professionisti del settore, non può prescindere dalla necessità di fornire al venditore una serie di strumenti che consentano la massima visibilità dei prodotti sui motori di ricerca e sui comparatori prezzi. Fornire delle schede di prodotto di qualità significa assicurarsi un eccellente posizionamento nei canali di marketing online e sui motori di ricerca con conseguente incremento delle vendite.

Anche se può sembrare banale, non tutti i siti di shopping online, infatti, curano attentamente la scheda di prodotto e la relativa corrispondenza dei dati forniti con quelli realmente presenti sulle pagine web.
Fondamentale per il successo di un sito di shopping online è la cura messa nello studio dell’immagine e dei contenuti delle pagine internet che saranno visitate dai potenziali clienti. Non sempre si trovano, infatti, le informazioni fondamentali che fanno aumentare la fiducia degli acquirenti. Inserire in modo chiaro e visibile in tutte le pagine l’esatta denominazione sociale, la partita IVA, l’eventuale iscrizione alla Camera di Commercio, l’indirizzo della sede legale e amministrativa, i numeri telefonici e la posta elettronica dei contatti, significa aumentare la fiducia dell’acquirente che saprà di poter sempre e comunque avere un rapporto diretto con il venditore.

In alcuni casi i prezzi inseriti nei feed inviati ai comparatori di prezzo non corrispondono a quelli presenti sula relativa pagina web o mancano delle informazioni relative alle spese di spedizione, alle aliquote IVA e al relativo prezzo netto. Anche il nome dell’offerta deve essere curato e costituito solo dalle informazioni più rilevanti, mentre tutte le notizie concernenti le caratteristiche proprie del prodotto possono e devono essere inserite nella descrizione. Le immagini che il compratore troverà in rete devono essere realizzate con attenzione mettendo in risalto le caratteristiche inserite nella descrizione.

I retailer, secondo le puntuali indicazioni fornite nel documento, dovrebbero sempre curare la compilazione di tutti i dati richiesti dal feed inviato indicando una precisa categoria merceologica che, aiutando i tecnici nel posizionamento accurato della proposta, consente di ottenere migliori risultati commerciali. In particolare i codici degli articoli proposti dovrebbero, quando possibile, corrispondere agli EAN, ISBN o simili, facilitando la collocazione dei prodotti nelle categorie più opportune e migliorando delle visite.

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